In un breve articolo che scrisse per il Corriere della Sera, grazie all’intercessione di Mario Andrea Rigoni, Cioran, che notoriamente non amava la critica, sottolinea in poche ma dense parole tutto l’interesse per il biologo aforista Jean Rostand, figlio di Edmond (autore del famoso “Cyrano de Bergerac”).
Cioran avverte verso Jean Rostand una vicinanza “solidale con la sua insoddisfazione e con i suoi dinieghi”.
A leggere certi suoi aforismi non si può fare a meno di concordare.
http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/24/dubbio_atto_piu_religioso_co_9_080824096.shtml
L’ INEDITO RIFLESSIONE DEL FILOSOFO ROMENO A PARTIRE DALLA LEZIONE DI NIETZSCHE E LA ROCHEFOUCAULD
Il dubbio è l’atto più religioso
La fede, il mistero, il dolore: E. M. Cioran ricorda Jean Rostand
Figlio del drammaturgo francese Edmond Rostand, Jean fu un noto biologo, filosofo, divulgatore scientifico e moralista, autore di un libro di aforismi, «Pensées d’ un biologiste», pubblicato da Stock nel 1954 e tradotto anche in italiano: «Pensieri di un biologo» (ultima edizione, Ciarrapico, 1983).
Il testo, speditomi da Cioran su mia richiesta agli inizi degli anni Ottanta, si smarrì tra le mie carte e non fu dunque pubblicato né tra i suoi scritti brevi che allora andavo traducendo per il «Corriere della Sera» né nella raccolta che ne ho fatto successivamente («Fascinazione della cenere», Il Notes magico, 2005).
Riaffiorato adesso, si dà nella mia traduzione dal francese.
Mario Andrea Rigoni
Ogni vero moralista è uno scorticato: non pensa, non può pensare se non a partire da ciò che lo ferisce.
Chamfort, Nietzsche, La Rochefoucauld, Lichtenberg hanno eretto ad aforismi le loro piaghe.
Sofferenza è una delle parole più frequenti in Jean Rostand: sofferenza dell’orgoglio ma anche sofferenza semplicemente, amarezza fondamentale di un uomo che, per sua propria ammissione, si tormenta meno a causa della sua vita che della vita come tale.
Proprio da questa derivano le sue ferite.
Poiché un biologo ottimista è una contraddizione in termini, si definirà lui stesso un biologo ansioso.
Tuttavia, fosse stato astronomo, geologo o qualsiasi altra cosa, la sostanza della sua visione del mondo sarebbe rimasta immutata, anche se indubbiamente non avrebbe raggiunto la stessa intensità tragica, poiché è privilegio della biologia invitare all’abbattimento, giustificare tutti i disgusti e tutte le angosce, essere la terra promessa dell’inconsolato, la provvidenza dell’ansioso per l’appunto.
Ciò che seduce in Jean Rostand è una sfumatura d’elegia, un malessere dei più rari che affiora dalle sue note impersonali e perfino dalle sue boutades.
Si percepisce che Jean Rostand, anche se si giungesse a bandire dal mondo l’incurabile e l’orrido, continuerebbe a provare quella desolazione avida e quella perplessità inesauribile, segni di uno spirito che è vissuto «di fronte all’ essenziale» e che ha potuto legittimamente affermare: «La mia mancanza di Dio non è meno misteriosa del vostro Dio».
L’incredulità ha le proprie profondità esattamente come la fede.
L’una e l’altra, nelle loro forme estreme, comportano rischi e vertigini.
Fra tutti i motti che Rostand ama citare, quello che mi sembra più rivelatore di lui, della sua dimensione ultima, è il seguente: «Il dubbio è l’atto più religioso del pensiero umano» (Jean-Marie Guyau).
Non mi unirei a coloro che rimpiangono che non sia scivolato verso qualche varietà di assoluto, verso qualche chimera originaria o recente.
Mi sento solidale con la sua insoddisfazione e con i suoi dinieghi.
Mi piace perché non ha trovato, perché non poteva e non voleva trovare, mi piace perché in questo secolo di speranze e di terrori grossolani egli illustra per il piacere dei delicati un gusto che si va perdendo: il gusto del disincanto.
Cioran Emile
Pagina 41
(24 agosto 2008) – Corriere della Sera
Romeno ma vissuto a lungo in Francia, Emil Cioran (1911-1995) è autore di importanti opere tra cui Storia e utopia (1960)
Jean Rostand (1894-1977, nella foto), biologo e filosofo, è stato un importante divulgatore scientifico