Che Cioran sia un autore caro a una visione politica di Destra è abbastanza evidente.
A parte l’adesione alla Guardia di Ferro di Codreanu, certe sue idee – più che altro giovanili e nazionalistiche – sembrano affascinare certe personaggi di questa area politica.
Inizialmente, proprio a causa di questo, fu inviso all’intellighenzia francese, europea e mondiale, salvo poi emergere l’effettivo messaggio e valore cioraniano, scevro da qualsiasi colore politico, anzi direi molto più precisamente contro di esso (“per non cedere alla tentazione politica bisogna sorvegliarsi a ogni momento”).
Chi ha letto Cioran sa della sua idiosincrasia verso tutte le illusioni, le ideologie, le utopie.
Era molto più concretamente interessato alla vera essenza delle cose, alla morte, al senso dell’assoluto, del vuoto, del decadimento.
“La libertà si può manifestare soltanto nel vuoto delle fedi, nell’assenza degli assiomi, ed esclusivamente laddove le leggi non hanno maggiore autorità di un’ipotesi” (Storia e Utopia, Adelphi, pag. 23).
Pertanto, queste “appropriazioni” mi sembrano fuori luogo, mostruose aberrazioni di raffazzonati politicanti della domenica, che sfruttano le pieghe allusive dello stile aforistico di un pensatore che al contrario era molto poco interessato all’arte di governo e simil giochi di bieco potere.
Che legame c’è tra le frasi di Cioran (qui sotto illustrate) e la “promozione politica” resta per me un mistero.
Che Cioran sia conosciuto è (forse) un bene; che sia spiluccato con la banalità tipica dei famosi cioccolatini è un abominio intellettuale.
Venerdì 08 Aprile 2011 19:40
CASAPOUND PESCARA OMAGGIA EMIL CIORAN
Affissi nella notte striscioni e gigantografie
Pescara, 8 aprile 2011 – “Ciò che non è straziante è superfluo”, “ Chiunque non sia morto giovane merita di morire” e altre citazioni di Emil Cioran sono state affisse nella notte, insieme a gigantografie del “Nietzsche dei Carpazi”, dai militanti di CPI Pescara nel giorno del centenario della sua nascita.
Così si è voluto rendere omaggio a Emil Cioran, nato in Romania l’8 aprile 1911: non vero filosofo, né vero scrittore, né vero saggista, Cioran è stato un “ maestro del dubbio” e tutta la sua vita una “cura del dubbio”. Forse è proprio per questo che prima delle stampe di Adelphi ( anni ’80-’90) Cioran è stato totalmente ignorato dall’editoria italiana – specchio di un Paese democraticamente dogmatico – per un buon trentennio.
“Abbiamo voluto sbattere davanti agli occhi di una città dormiente alcuni tra gli aforismi sconvolgenti di Cioran – così Mirko Iacomelli, responsabile provinciale di CPI Pescara, ha commentato l’azione-, che al di là dell’innegabile pessimismo cosmico sono paradossalmente pieni di vita: la vita eroica accettata nella sua tragicità”.
odio ogni forma di deviazione – forzata – di senso della scrittura degli altri.
perchè sbandierare i suoi pensieri quando questi sono scritti per la nicchia?
ci avrebbe riso sopra, il buffone Cioran, agli striscioni.
al nazismo non credo.
un saluto dal mio lago calmissimo.
Penso anch’io che, al più, Cioran ci avrebbe riso su. Anche del nazismo, però.
Se escludiamo il periodo giovanile, che non a caso rinnegherà, non vedo un Cioran politico anche e soprattutto teoreticamente perché nella “politica” c’è la scontata premessa che l’uomo sia in qualche modo migliorabile. Cosa che Cioran escludeva.
Aggiungo che non credo esista nella sua scrittura (purtroppo o per fortuna, non saprei) un intimo rivolgersi alla “nicchia”: è più una conseguenza logica che un’intenzione.
Grazie del lacustre irenico saluto.
hai ragione per quanto riguarda la nicchia..(e anche la politica)…lui scriveva per sè stesso prima che per gli altri 😉
era un pò egoista, il nostro Cioran!
Ciao Giuseppe, a presto